Mattina.
La legge 184/1983 che norma l’istituto dell’affido familiare lo descrive come un intervento temporaneo che consente a un minore, temporaneamente impossibilitato a stare nella propria famiglia, di essere accolto in un altro nucleo familiare finché le difficoltà che hanno causato tale situazione non vengano rimosse. In realtà sappiamo che oltre la metà degli affidi in corso in Italia ha carattere di definitività, benché si continui a parlare dell’affido familiare come di un intervento temporaneo che può durare al massimo 24 mesi.
Purtroppo accade spesso che questi affidi, denominati “sine die”, vengano progettati e gestititi come se fossero davvero temporanei, determinando una grave e disfunzionale discrasia tra il progetto formulato dagli operatori e la realtà che, adulti e minori, si trovano a vivere. È, quindi necessario approfondire le specificità di questa tipologia di affidamenti sia per individuare strategie in grado di gestirli in modo coerente con le loro caratteristiche, sia per comprenderne le cause nella convinzione che il fenomeno degli affidi sine die non sia casuale e non costituisca un “incidente di percorso”, ma rappresenti l’effetto concreto e tangibile di un certo modo di pensare ed agire molto diffuso tra coloro che si occupano di tutela minorile. Sono, questi affidi, il riflesso di una cultura, di valori e pregiudizi radicati, in buona parte inconsapevoli, che portano operatori e giudici minorili a fare delle scelte e a non farne delle altre pure possibili.
Alla luce di quanto sopra esposto, nel corso dell’incontro verranno proposte riflessioni e indicazioni di carattere teorico-metodologico sui seguenti aspetti:
- Le cause degli affidi sine die.
- I bisogni dei minori collocati stabilmente fuori dalla loro famiglia di origine.
- Criteri teorico-metodologici per progettare e gestire gli affidi sine-die.
- La transizione dall’affido sine die all’adozione: quando è opportuna, come gestirla.
Pomeriggio.
In questo intervento si intendono presentare alcune riflessioni sui problemi che oggi caratterizzano l’adozione, ed i cambiamenti che, in parallelo con il mutare della realtà sociale, hanno investito la famiglia adottiva, determinando alcuni snodi critici.
L’esperienza del lavoro clinico con adolescenti e giovani adulti adottivi e le loro famiglie maturate in questi anni, ha evidenziato alcune tematiche rilevanti che possono contribuire ad affrontare le situazioni disagio.
Situazioni di crisi, sia sul versante dei giovani che degli adulti, spesso emergono in queste fasi specifiche, e molto importanti, di crescita dei figli e di cambiamento negli assetti familiari.
Lo sviluppo di aspetti della personalità , quali l’acquisizione di un’ identità definita e la maturazione del senso di appartenenza, in particolare, costituisce un vertice di osservazione importante nell’impostazione del supporto psicologico rivolto all’adolescente e al giovane adulto in crisi.
Alle riflessioni teoriche si affiancheranno alcune esemplificazioni cliniche.